Movimento 5 Stelle Pinerolo

I “Perché” di Turck

Pubblicato da Giorgio Pittau il

 

Sul probabile sblocco della quarantennale vicenda dell’area così detta “Turck” abbiamo osservato un notevole interesse pari soltanto alla confusione che si è generata (talvolta con informazioni errate fatte circolare ad arte).

Sono entrambi fisiologici: l’interesse per un’area così vasta e centrale in città e la confusione per un’operazione urbanistica complessa.

Proviamo a fugare i dubbi e soddisfare l’interesse, nell’intento di essere i più trasparenti possibile e spiegare le ragioni che stanno alla base delle scelte fatte.

Scelte fatte dalla passata Amministrazione, ragione per cui ci prendiamo la relativa responsabilità.

 

Il metodo è quello delle FAQ, per un esame a più ampio respiro e tecnicamente più preciso rimandiamo alle prossime comunicazioni istituzionali dell’Amministrazione.

 

Perché non ristrutturate il merlettificio realizzando un parcheggio, uffici pubblici, un museo?

La proprietà dell’area è totalmente privata.

 

State consentendo una speculazione edilizia.

La speculazione edilizia avviene quando il privato acquista un terreno non edificabile che, grazie ad intervento pubblico, diventa edificabile. Con relativo (ed alto) guadagno patrimoniale. L’area in questione è edificabile dagli anni 90.

 

Abbiamo bisogno di nuovi alloggi?

Le vecchie amministrazioni ritenevano di sì: il Piano Regolatore era dimensionato per 50.000 abitanti. La precedente Amministrazione Salvai ha invece ridotto la possibilità di costruire alle sole aree compromesse preservando quelle verdi.

 

Allora come mai si costruisce così tanto “al Turck”?

Se è vero che un’amministrazione comunale può “cambiare idea” rendendo inedificabile ciò che prima lo era, è altrettanto vero che questo lo deve fare PRIMA che il proprietario del terreno avvii i lavori (scavo, costruzione) o anche solo l’iter burocratico (presentazione domanda, progetti, autorizzazioni). L’iter urbanistico per quest’area è avviato da molti anni. L’avvio dei lavori consente comunque di sbloccare una situazione divenuta ormai insostenibile.

 

Ma cosa ha ottenuto l’amm.ne Salvai per la città?

L’amm.ne Salvai, partendo dal fatto che il “vecchio” Piano Regolatore non poneva alcun limite, ha ottenuto:

  • Riduzione del numero di piani delle costruzioni da 13 a 9
  • parco pubblico di 21.000 mq
  • piste ciclabile fronte Lemina
  • salvaguardia delle piante ad alto fusto esistenti
  • ristrutturazione del follone, ossia l’unico edificio di valore storico
  • rimozione degli edifici abbandonati e degradati
  • un parcheggio sterrato (non distante dall’area del mercato)
  • modulazione della costruzione in fasi

 

Gli abitanti che vi si insedieranno sono troppi.

La modulazione delle fasi diluite nel tempo consente di far “digerire” al mercato immobiliare le nuove abitazioni.

La terza ed ultima fase infine, quella prossima al torrente Lemina, necessita di opere di regimentazione delle acque così importanti che solo una reale richiesta di mercato le renderà commercialmente realizzabili.

 

Le opere pubbliche verranno dimenticate a costruzione palazzi avvenuta.

La fase zero prevede che PRIMA dello scavo per la costruzione di nuovi edifici, sia fatta pulizia dell’intera area, realizzazione del parcheggio e del parco con relative piste ciclabili. Dopo si avvierà la fase 1 che vedrà in contemporanea la ristrutturazione del follone.

 

Vi sarà consumo di suolo e di verde.

Questa affermazione è sbagliata: l’intera area è post industriale con presenze di vecchi fabbricati che vengono abbattuti e su cui si ricostruisce. Il fatto che dall’alto si veda una grande area verde non significa che sotto ai rovi non ci siano vecchi edifici impearmibilizzanti. Gli alberi ad alto fusto esistenti verranno preservati.

 

Ci saranno problemi di viabilità.

Questo è vero e per risolverli si è stabilito di:

1) realizzare una nuova via che collega C.so Piave a Via Toscanini. Verrà realizzata quando si conoscerà il futuro dell’adiacente ferrovia: se questa verrà dismessa si potrà tralasciare la fascia di rispetto evitando di espropriare ulteriori aree ai privati;

2) proseguire c.so Piave in linea retta fino alla congiunzione di Via Vigone all’altezza del PL (previo trasloco ACEA).

 

State distruggendo la testimonianza di un pezzo di storia di Pinerolo.

In realtà chi la sta distruggendo è il totale abbandono ed i ripetuti incendi. Se è vero che una parte del fabbricato verrà abbattuta, la parte più significativa ed importante verrà ristrutturata e preservata dal crollo a cui un perdurante stallo la condannerebbe.

 

Perché non lasciare tutto così ed aspettare in futuro di rivalutare la questione?

Intanto l’iniziativa è privata, ciò che ha fatto l’amministrazione è adeguare i legittimi interessi del privato ad un quadro più ampio di interesse della collettività.

Poi quell’area è interessata da un forte degrado sociale con ripetuti incendi pericolosi per le persone che vi abitano abusivamente. Infine una così vasta area del tutto abbandonata e degradata non è un bel biglietto da visita per una città come Pinerolo.

 

Dove andranno le persone che vivono in quell’edificio?

E’ precisa volontà dell’amministrazione potenziare l’accoglienza notturna, mentre quella diurna è perfettamente funzionante grazie al Posto Giusto.

 

Siete soddisfatti di quanto ottenuto?

Siamo soddisfatti del fatto che finalmente si sblocca una situazione ferma da troppo tempo, anche se avremmo preferito un maggior taglio di cubatura/abitanti e, se vivessimo in un mondo perfetto, il riutilizzo dell’intero fabbricato destinato a fini pubblici, ristrutturato e proficuamente utilizzato.

 

 

M5S Pinerolo

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