Movimento 5 Stelle Pinerolo

Richiesta (e proposta) per la cultura di Pinerolo

Pubblicato da M5S Pinerolo il

Centro Studi Silvio Pellico, Società Storica Pinerolese, CeSMAP, Italia Nostra “Ettore Serafino” del Pinerolese, Presidio LIBERA “Rita Atria” Pinerolo, Associazione Koiné, Lega Ambiente Pinerolese, Uni 3 Pinerolo, CO.S.M.A., Accademia organistica pinerolese e A.T. Pro Loco Pinerolo ci fanno (a noi ed alle altre forze politiche pinerolesi) “qualche semplice ma non modesta richiesta e proposta per la cultura di Pinerolo e del Pinerolese.
Noi abbiamo risposto!
Buona lettura

Qualche semplice ma non modesta richiesta (e proposta) per la cultura di Pinerolo e del Pinerolese

Movimento 5 Stelle – Pinerolo

marzo 16, 2016at 9:28 pm

Gentili signore, gentili signori,

Abbiamo ricevuto e letto il “Manifesto per la cultura pinerolese” che avete sottoposto all’attenzione dei candidati sindaco, delle forze politiche cittadine e della cittadinanza in generale. Vi ringraziamo per le importanti riflessioni e per le proposte contenute in quel documento, e soprattutto vi ringraziamo perché avete posto al centro del dibattito pubblico la questione cruciale delle politiche culturali.

Con questa nostra, vorremmo mettervi a parte delle riflessioni che – come MoVimento 5 Stelle di Pinerolo – abbiamo fatto attorno a quel documento e, più in generale, attorno alle politiche culturali per Pinerolo e per il territorio pinerolese.

Com’è noto, il MoVimento 5 Stelle si sta preparando alle prossime elezioni con l’obiettivo di proporre alla Città un programma e una proposta di governo in netta discontinuità rispetto alle passate amministrazioni.

Il punto sul quale più di ogni altra cosa vorremmo segnare la differenza rispetto al passato è il fatto che non siamo legati a nessun gruppo di interesse costituito. Questo ci permette di operare in totale libertà, privi di condizionamenti, e senza dover rendere conto a nessun gruppo di interesse ma solo ai cittadini, nella loro qualità di titolari collettivi della sovranità popolare.

Diciamoci la verità: in fondo i programmi elettorali si assomigliano un po’ tutti. Da qui alle elezioni ogni candidato dirà che è opportuno riqualificare il centro storico, migliorare la viabilità, rilanciare il turismo, … e quasi tutti diranno che è necessario riaprire al pubblico il Palazzo detto “degli Acaia”. A queste condizioni, quindi, la domanda che dovrebbero porsi tutti i cittadini – tanto singolarmente quanto associati – non deve essere “qual è il programma migliore?” ma “quale forza avrà davvero la volontà politica di portare a termine questi impegni?”. Quale giunta avrà realmente la forza di dire NO a nuove e inutili colate di cemento (vedasi la discussa CP7, che prevede l’edificazione di Monte Oliveto), quale giunta avrà realmente la forza di dire NO a nuovi inutili centri commerciali (vedasi il cambio di destinazione d’uso del cosiddetto “Pipistrello” all’ingresso di corso Torino), e avrà invece la volontà politica di dire SI a investimenti in scuole, cultura, turismo, politiche giovanili? Quale candidato sindaco avrà davvero il coraggio di denunciare nelle sedi opportune l’assurda distribuzione delle competenze territoriali dei tribunali di Torino ed Ivrea (un esempio su tanti: Venaria confina con Torino ma i cittadini si devono fare oltre 50 km per andare ad Ivrea), quale sindaco avrà la forza di far pressione sulla Città Metropolitana per ottenere la riapertura del Tribunale di Pinerolo e ridistribuire così in modo razionale le competenze territoriali dei tre tribunali? Quale candidato saprà far valere la voce delle associazioni culturali pinerolesi nelle sedi opportune (Città Metropolitana, Regione, …) senza dover fare prima il calcolo dei costi e dei benefici di questa sua azione in rapporto alla segreteria provinciale, regionale o nazionale del suo partito?

Questa è l’autentica differenza fra la proposta del MoVimento 5 Stelle e quella di tutte le altre forze politiche. Questa è la differenza che a nostro parere rende credibile, autorevole e – lasciateci dire – indispensabile il nostro programma politico rispetto a quello di tutte le altre forze politiche. Ci preme poi sottolineare con forza che il MoVimento 5 Stelle non è un movimento anti-politico, come sovente i mass-media dipingono, ma un movimento anti-partitico che mette al primo posto la politica intesa nel vero senso della parola: e cioè come partecipazione e impegno civico, le due uniche forme di cittadinanza attiva capaci di dare fondamento e consistenza alla democrazia. E su questo punto, sappiamo che il mondo associativo è un esempio virtuoso della politica intesa come “cittadinanza attiva”.

Fatte queste premesse, che pure sono fondamentali, veniamo alle politiche culturali, oggetto del “Manifesto per la cultura pinerolese”. Al di là dei punti specifici contenuti nel Manifesto, che in gran parte condividiamo, ci preme sottolineare alcune questioni di ordine generale, che tuttavia sono fondamentali e strettamente correlate con le problematiche messe in evidenza dal Manifesto.

1. Restituire ai pinerolesi una autentica politica culturale
Consideriamo molto positivamente la vostra proposta, nella fattispecie quando si ribadisce che «l’impegno del passato NON BASTA (…) perché una politica culturale richiede una vera progettualità».
Uno dei primi punti-cardine del nostro programma è esattamente «Restituire ai pinerolesi una autentica politica culturale». Questo vuol dire che ogni riflessione sulle politiche della cultura non può prescindere da una riflessione più ampia
a) sul contesto sociale, storico e culturale che la comunità cittadina, e più in generale tutta la società, sta vivendo in questi tempi
b) sulle cause e sui processi storici che ci hanno portato all’attuale contesto

Il contesto attuale è quello di una profonda ridefinizione del mondo così come lo abbiamo conosciuto finora: globalizzazione, flussi migratori, crisi finanziaria mondiale, crisi entropica, crisi ecologica, e così via. Si tratta di trasformazioni epocali che hanno ricadute immediate nella vita quotidiana di ciascuno di noi: nel mondo del lavoro, nell’uso del tempo libero, nella fruizione del patrimonio che ci circonda, nella trasformazione dei paesaggi, …. Le cause di questi cambiamenti sono molteplici: se ad esempio ci si vuole soffermare sulla crisi ambientale, è un dato scientificamente dimostrato (quindi non un’opinione) che la percentuale di CO2 in atmosfera ha raggiunto livelli mai toccati negli ultimi 800 mila anni. Spesso questi cambiamenti affondano le radici in processi storici che si contano sull’orologio dei secoli. Secondo alcuni studiosi, andrebbero calcolati addirittura sull’orologio delle ere geologiche . In questo contesto – quindi – la verità è che nessuno può prevedere quali saranno i probabili scenari futuri. È quindi un’illusione pericolosa e ingannevole proporre una soluzione facile a problemi di portata così vasta. Chi lo fa sta mentendo, ed è bene che si sappia. Altrettanto illusorio è credere che questi problemi non riguardino la nostra Pinerolo e crogiolarci nell’illusione che la «provincia» sia un rifugio naturale dai problemi che attanagliano la società contemporanea.

Quello che possiamo davvero fare, anche qui a Pinerolo (anzi, proprio da Pinerolo, cominciando cioè dalle piccole realtà), è metterci insieme e ragionare su possibili soluzioni, partecipare e favorire la partecipazione alle decisioni rilevanti per la comunità, favorire processi di dialogo, di condivisione, di scambio di idee a partire, per esempio, dalla realtà delle cosiddette Transition Town.

A nostro avviso, questa è la premessa prioritaria e imprescindibile per qualsiasi discussione sulle politiche culturali.

2. A proposito di «identità»
Abbiamo molto apprezzato il passaggio del Manifesto nel quale si dice che occorre costruire «un’identità culturale e turistica della città e del territorio spendibile al di là dell’identificazione insufficiente di città della cavalleria».
Consideriamo infatti cruciale la questione delle identità. Crediamo però che una qualunque identità, se “imposta” dall’alto, rischi di non sortire l’effetto sperato: è purtroppo quello che è accaduto provando ad affibbiare ai pinerolesi l’etichetta di «Città della Cavalleria». Il problema ovviamente non sta nell’identità che si sceglie di promuovere, ma nel modo in cui lo si fa: coinvolgendo (o non coinvolgendo) i cittadini in queste scelte.

Crediamo che la partecipazione dei cittadini ai processi di costruzione delle identità sia fondamentale affinché si sviluppi un senso di appartenenza consapevole alla comunità cittadina, affinché i cittadini stessi sentano l’identità (che hanno contribuito a costruire) come “loro”. Per questo l’Amministrazione deve funzionare da recettore delle molte e diverse istanze che provengono dal tessuto sociale, culturale, associativo ed economico della Città e del territorio, e non cercare invano di imporre dall’alto un’identità pre-confezionata. Crediamo che il Comune debba essere un contenitore, una camera di condensazione delle forze che operano per le strade cittadine.

3. Alcune proposte concrete
Da queste premesse discendono tre linee-guida essenziali e altrettante proposte concrete per le politiche culturali. Ce ne sarebbero senza dubbio molte altre. Riteniamo però ingannevole e disonesto promettere la luna e dire che “ci occuperemo di tutto”. Cinque anni di amministrazione sono molti, ma troppo pochi per trasformare la Città. Possiamo solo cominciare, tutti insieme: perciò vi invitiamo fin da subito a proseguire questo interessante e proficuo scambio di idee.

Restituire ai pinerolesi una autentica politica culturale significa secondo noi adottare un metodo di lavoro e proporre progetti che siano in grado di:

a) Favorire l’aggregazione di individui in contesti associativi che incoraggino la partecipazione alla cosa pubblica e promuovano la «cura» per la propria comunità (che è comunità di persone, di relazioni, ancor prima che comunità politica). E in questo senso, accogliamo con grande favore la vostra proposta per «un “piano di legislatura” per la cultura, con obiettivi precisi, realizzabili e finanziamenti certi, alla cui redazione vengano chiamate le associazioni come espressione della società civile». Allo stesso modo, ci è piaciuto molto l’accenno alla «collaborazione fortissima tra pubblico e privato» e ad «un’intesa stretta tra amministratori, gruppi e associazioni per lavorare insieme».
Crediamo che sia necessaria una programmazione annuale delle attività turistico-culturali e che soprattutto sia necessario che l’Amministrazione incontri periodicamente tutte le associazioni che fanno cultura, allo scopo di coordinare meglio le attività e favorire la realizzazione di progetti in sinergia fra le associazioni. Per fare ciò riteniamo necessario, ad esempio, favorire la condivisione di progetti da parte di associazioni che perseguono fini analoghi: quanto più le associazioni si “parlano” e collaborano, tanto più avranno accesso ai finanziamenti.
Crediamo inoltre che ciascun progetto debba – nella misura del possibile – beneficiare del massimo sostegno pubblico per essere avviato. Ma crediamo anche che dopo questa “spinta” iniziale debba produrre lavoro: bisogna uscire dalla logica secondo la quale fare cultura è un’attività essenzialmente volontaria (“con la cultura non si mangia”) ed entrare nell’ottica per cui fare cultura è un lavoro, e come tale deve essere promosso. Questo implica naturalmente un’attenzione particolare agli investimenti sulle strutture allo scopo di fornire le basi necessarie per avviare attività culturali che creino lavoro (ad esempio, un Museo che “crea lavoro” è un Museo con allestimenti moderni, con impianti e sale adeguate, con strutture tali da costituire un reale attrattore per visitatori, studiosi, scuole, turisti).

b) Favorire il senso di appartenenza ad una comunità, attraverso la conoscenza del passato e rinforzando quel sottile e invisibile filo che lega persone a persone attraverso il tempo: non certo per rinchiudersi in «identità» fossilizzate ed esclusive, ma per proiettarsi con fiducia nel futuro. Sotto questo aspetto, non possiamo che accogliere con favore il vostro appello a fare «proposte di utilizzo dei palazzi storici vuoti o sottoutilizzati (per esempio cosiddetto palazzo Acaja)»; la vostra attenzione per il polo museale, per le biblioteche, e in generale per «la valorizzazione delle risorse ambientali, storiche, monumentali, artistiche e musicali della città».
A titolo di esempio, abbiamo elaborato un progetto complessivo di promozione del centro storico di Pinerolo che prevede
a) La creazione di un “polo culturale a cielo aperto”: concentrazione delle manifestazioni culturali nel centro storico e maggiore utilizzo delle strutture ed aree comunali da parte delle associazioni culturali (piazza del Duomo; chiese di S. Agostino e S. Giuseppe; Bastioni di via Principi d’Acaia; palazzo del Senato; Collegio dei Gesuiti; Palazzo detto “degli Acaia”) mettendo a disposizione strumenti e mezzi per la realizzazione di eventi a carattere artistico, musicale, espositivo, turistico, …
b) La riapertura al pubblico del palazzo detto “degli Acaia” proponendo nelle sedi opportune il finanziamento di un progetto di ampio respiro che preveda la creazione di un «Museo virtuale del principato degli Acaia» (che colleghi le residenze storiche del Principato degli Acaia: Torino, Fossano, Pinerolo) e la trasformazione delle sale interne in un moderno Museo della Città.
Crediamo infatti che siano necessarie azioni culturali in grado di costruire nella cittadinanza una maggiore consapevolezza della propria storia e un senso di appartenenza alla comunità cittadina, allo scopo di “far innamorare” i pinerolesi – e non solo loro! – della loro Città. Questi obiettivi possono essere raggiunti attraverso un progetto di riqualificazione di uno dei luoghi-simbolo dell’identità pinerolese (il palazzo detto «degli Acaia») e con un allestimento museale in grado di “immergere” il visitatore nelle diverse epoche vissute dalla Città, sia sotto il profilo della stratificazione urbana sia sotto il profilo delle principali vicende storico-politiche che coinvolsero la comunità cittadina.

c) Favorire l’internazionalizzazione. Di fronte alle problematiche del presente, sarebbe un errore tragico sprangare le porte della città, chiudersi nel proprio mondo e crogiolarsi nell’illusoria speranza che il mondo esterno non ci riguardi. Abbiamo quindi apprezzato il passaggio del Manifesto in cui si chiede ai candidati di promuovere la Città «con la creazione di festival e manifestazioni di rango nazionale e internazionale».
A questo proposito, ci piacerebbe inserire Pinerolo all’interno dei circuiti della mobilità artistica internazionale, favorendo quindi la mobilità di “teste pensanti” tanto in entrata (dall’estero a Pinerolo) quanto in uscita (da Pinerolo all’estero). Ci piacerebbe collaborare con le associazioni culturali del territorio in un progetto di accoglienza di artisti stranieri e, allo stesso tempo, in un piano che permetta alle giovani promesse pinerolesi di fare esperienza all’estero per poi tornare a Pinerolo – se lo vorranno – con un ricco bagaglio di idee nuove da spendere sul territorio.

Queste sono solo alcune delle proposte che abbiamo elaborato e che intendiamo proporre alla Città nell’occasione delle prossime elezioni amministrative.

Ci piacerebbe però andare oltre, indipendentemente da questo appuntamento elettorale. Ci piacerebbe che questo fosse il primo passo di un lungo percorso di dialogo stretto con tutte le associazioni, i gruppi e i comitati spontanei che operano in Pinerolo e dintorni attorno alle politiche culturali. A breve organizzeremo un evento pubblico dedicato al tema delle politiche culturali e del turismo: a maggior ragione, dopo l’interessante “Manifesto per la cultura pinerolese” di cui vi siete fatti promotori, la vostra presenza sarebbe fondamentale per proseguire questo percorso di dialogo.

Ringraziandovi per l’attenzione, cogliamo l’occasione per porgervi i più cordiali saluti

MoVimento 5 Stelle Pinerolo

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